Pandemia fa rima con ipocondria per molti italiani, soprattutto per quelli più anziani. Nell’ultimo anno, l’acquisto di dispositivi per il monitoraggio della salute è cresciuto in maniera esponenziale. Ad utilizzare tali dispositivi sono in larga parte proprio le persone più anziane, spesso spronate dai propri figli, che sono comprensibilmente preoccupati per la salute dei genitori.

Tuttavia, questa attenzione eccessiva nei confronti della propria salute potrebbe aprire le porte all’ipocondria, un problema che, a lungo andare, rischierà di danneggiare la qualità della nostra vita.

A porre l’attenzione sull’argomento sono i membri della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe). I medici ricordano che, a causa della pandemia, si è passati dall’ossessiva ricerca di sintomi su Google, fino al costante e fin troppo frequente monitoraggio della propria salute attraverso dispositivi digitali. Questi ultimi, pur essendo senza dubbio validi per il controllo delle proprie condizioni di salute, devono essere usati con attenzione e soprattutto con coscienza.

Quando pandemia fa rima con ipocondria

Il rischio – spiegano gli esperti – è quello di finire per fare delle autodiagnosi che potrebbero mettere a rischio la salute del paziente. Riferendosi agli apparecchi per monitorare la funzione cardiaca (come braccialetti elettronici e smartwatch ad esempio), gli esperti spiegano inoltre che tali strumenti possono indurre il paziente ad assumere dei farmaci sulla base di quanto registrato dai dispositivi:

Non bisogna confondere l’automonitoraggio con la diagnosi, che deve essere sempre eseguita dal medico, indipendentemente dal dato tecnico che non si può sostituire all’operatore sanitario. Invece c’è la convinzione che usandoli si possa scavalcare il professionista sanitario che deve sempre suggerire il loro utilizzo. Altrimenti il rischio è di far sentire tutti un po’ malati.

Gli autori ricordano che a correre un maggior rischio di soffrire di ipocondria sono soprattutto le persone anziane. Queste ultime infatti sono spesso vittime dell’eccessivo controllo della propria salute, ed esposti quindi a un maggior rischio di ipermedicalizzazione.

via | Ansa
Foto di Free-Photos da Pixabay

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