Esistono varie tecniche di fecondazione assistita, ma l’ovodonazione è sicuramente quella che suscita più curiosità e domande. Di cosa si tratta esattamente? Facciamo luce su questa tecnica in modo da sciogliere dubbi e incertezze.
Ovodonazione: cos’è?
L’ovodonazione è una tecnica particolare, dove una donna dona i propri ovociti in modo da consentire a un’altra donna di rimanere incinta. Gli ovociti si trovano dentro i follicoli ovarici e, insieme agli spermatozoi, danno vita alla riproduzione.
Il motivo per il quale una donna necessita degli ovociti di un’altra donna? Ci sono più ragioni in realtà. Dai problemi di bassa qualità degli ovociti a questioni di età (superati i 44 anni, le chance di gravidanza naturale calano drasticamente) passando per interventi chirurgici, trattamenti oncologici, menopause premature o infertilità.
È legale in Italia? Certo. Inizialmente, la legge 40/2004 proibiva l’ovodonazione, ma la sentenza datata 9 aprile 2014 da parte della Corte Costituzionale ha dato il là alla fecondazione eterologa, permettendo così la donazione di ovuli e sperma. Nonostante questo, molte giovani donne decidono di andare in Spagna ed effettuare una ovodonazione anonima.
Ovviamente, vanno seguite alla lettera delle specifiche regole. Ad esempio, la coppia deve essere maggiorenne, essere di sesso diverso, avere un limite massimo di età specifico, che per la donna è di 50 anni, mentre per l’uomo è di 65 anni. Inoltre, devono essere conviventi da più di un anno.
Come funziona, rischi e natura altruistica della donazione
Una volta presa la decisione di procedere con l’ovodonazione, il primo passo è quello di fissare un appuntamento presso il centro di fecondazione assistita, dove avverrà una valutazione complessiva dello stato psico-fisico della coppia.
Se non si riscontrano problemi in tal senso, inizia la ricerca della donatrice, che deve essere categoricamente giovane (max 33 anni). Vengono poi eseguiti diversi accertamenti atti a garantire la qualità degli ovociti. Una volta trovata la donatrice, gli ovociti raccolti vengono vitrificati e inviati in Italia, dove saranno utilizzati per la fecondazione tramite tecnica ICSI.
Come ogni procedura medica, anche l’ovodonazione non è priva di rischi, seppur bassi. Essi sono principalmente legati all’età della madre ricevente. Tuttavia, la donazione stessa è un gesto totalmente anonimo, gratuito e altruistico, un vero atto d’amore. Le donatrici scelgono di fare questo regalo ad altre donne che, altrimenti, non potrebbero avere figli.
Dettagli genetici, somiglianza e diritto all’anonimato
Un aspetto interessante riguarda sia la genetica che l’epigenetica. Sebbene il bambino nato dall’ovodonazione non condividerà la medesima genetica della madre uterina, le variazioni epigenetiche possono avere un impatto importante. La madre “accende” e “spegne” geni specifici con il proprio comportamento e dall’ambiente che la circonda, plasmando il bambino che porta in grembo.
Inoltre, si cerca il più possibile una donatrice che si avvicini fisicamente alla donna ricevente, in modo da garantire maggiore comfort psicologico alla madre. Quindi, anche se per legge questo è vietato, i centri di fecondazione cercano di garantire una compatibilità somatica ragionevole tra le due.
A proposito di legge italiana in materia: il diritto all’anonimato sia per la donatrice che per il bambino nato dall’ovodonazione è stato blindato. Il contatto diretto tra la donatrice e la ricevente non avviene mai, proteggendo non soltanto la privacy di entrambe, ma evitando anche possibili impatti emotivi intensi.
Nessuno dovrebbe basare le proprie decisioni su questo articolo senza prima aver consultato il medico.
Fonti
www.fertilab.it/trattamenti/ovodonazione/
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