I medici di famiglia si scagliano contro tutti i negazionismi che si sentono in televisione e si leggono sulla rete. Bisogna sempre affidarsi al criterio dell’evidenza scientifica, come sottolineato dalla SIMG, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. La pandemia ha svelato alcune pecche nella comunicazione scientifica, facendo emergere la voce di persone che non appartengono al settore e potrebbero non trattare nella giusta maniera argomenti tanto delicati.

Nell’ultimo anno la ricerca scientifica e gli studi clinici hanno prodotto tanto materiale sul quale discutere, a patto di trattare bene le fonti e comprendere quello che si vuole comunicare. La SIMG fa un richiamo alla legge 24/2017, per evitare di creare quelle incertezze nella popolazione che hanno portato a creare situazioni di rischio che, in una fase delicata come quella che stiamo vivendo, possono mettere a repentaglio la salute.

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Le parole di Claudio Cricelli, Presidente dell’associazione italiana dei medici di famiglia

Il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, spiega che oggi più che mai si pone il problema della corretta informazione, anche alla luce delle posizioni di singoli individui che appartengono o non appartengono al mondo della medicina. Spesso le informazioni diffuse, infatti, sono frutto di opinioni e credenze personali che non hanno fondamento scientifico.

La diffusione di queste informazioni, talvolta tese alla negazione delle conoscenze prodotte dalla comunità scientifica internazionale, genera perplessità e confusione nell’opinione pubblica e nei cittadini, che sono disorientati e talvolta spinti ad applicare soluzioni, terapie empiriche o, peggio, a diffidare delle istituzioni scientifiche ufficiali.

In Italia esiste già una legge, la numero 24 dell’8 marzo 2017, che ha introdotto principi fondamentali sia per tutelare i pazienti sia per quello che riguarda la responsabilità professionale degli operatori sanitari, che “nell’esecuzione delle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina legale, si attengono, salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste dalle linee guida pubblicate ai sensi del comma 3 ed elaborate da enti e istituzioni pubblici e privati nonché dalle società scientifiche e dalle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in apposito elenco istituito e regolamentato con decreto del Ministro della salute”.

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