In questi ultimissimi anni si sente spesso parlare di dieta chetogenica per perdere peso in maniera piuttosto rapida ma al contempo sicura e duratura. Si tratta però di un regime alimentare che non va sottovalutato e non va intrapreso alla leggera, con il fai da te, ma sempre prescritto da un medico nutrizionista. In cosa consiste una dieta chetogenica e in quali casi è più indicata? Vediamolo insieme al nutrizionista di Udine Mauro Meloni esperto di dieta chetogenica.

 In quali casi si rivela efficace

 Molti studi scientifici, anche piuttosto recenti, hanno riconosciuto la validità del regime dietetico chetogenico non solo sulla perdita di peso (trattamento del sovrappeso e dell’obesità moderata e grave) ma anche su patologie complesse come il diabete di tipo 2, la sindrome metabolica, l’ipertensione arteriosa e le resistenze insuliniche. Questo tipo di dieta si rivela efficace inoltre anche per coadiuvare i trattamenti contro le patologie neurologiche come il Morbo di Parkinson o alcune forme di epilessia. L’ufficialità di questo regime alimentare è stata confermata in Italia dalla Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), nonché dalla Società Italiana di Endocrinologia (SIE). In Europa è invece riconosciuta dall’EFSA, Autorità per la Sicurezza Alimentare.

Come funziona il regime della dieta chetogenica

 Fatta questa premessa cerchiamo di capire come funziona una dieta chetogenica. Essa si basa sulla reazione all’interno dell’organismo di uno stato di chetosi, cioè nell’utilizzo dei cosiddetti corpi chetonici per l’attività metabolica. In pratica, questi corpi chetonici vengono attivati da una dieta a bassissimo livello di glucosio (uno dei principali carboidrati) che induce il sistema metabolico, già dopo pochi giorni, a prendere energia dai trigliceridi, e cioè dal tessuto adiposo (grasso). Accade quindi che i corpi chetonici prodotti dai trigliceridi siano di più rispetto agli zuccheri del glucosio e vadano ad agire sul cervello sopprimendo lo stimolo dell’appetito. Di solito le fasi di una dieta chetogenica sono quattro: una prima di dimagrimento (40 giorni), poi una seconda di transizione (altri 40 giorni), una terza di mantenimento (20 giorni) e un’ultima fase di rieducazione alimentare (20 giorni). È importante sapere però che questa attivazione del metabolismo non può essere mantenuta per molto tempo (al massimo 3 o 4 mesi, alternando ad altri regimi), in quanto è una sorta di “stato di emergenza” del corpo: proprio per questo motivo è indispensabile che la dieta chetogenica venga prescritta da uno specialista in nutrizione ed alimentazione.

Quali sono i suoi benefici

 In coloro che possono seguire la dieta chetogenica i benefici si presentano già dopo una settimana: una rapida perdita di peso corporeo senza intaccare la massa magra ma solo quella grassa. Tale riduzione di peso si deve anche alla scomparsa del senso di fame. Migliorano inoltre i parametri delle analisi del sangue e si riduce l’infiammazione generale. Si nota poi un notevole miglioramento anche dell’umore e del benessere psicologico. Per quanto riguarda l’attività fisica da affiancare alla dieta, il consiglio è quello di non strafare, soprattutto con l’esercizio aerobico, almeno nelle prime fasi. Sì quindi a qualche flessione o esercizi sui muscoli ma no alla corsa o alla camminata veloce.

 Chi non deve seguire questa dieta: a chi è sconsigliata

 Se non seguita sotto stretto controllo medico, una dieta chetogenica può condurre ad effetti collaterali anche importanti. Diciamo innanzitutto che questo regime alimentare non è indicato per le donne che aspettano un bambino o che stanno allattando, per chi soffre di dipendenze (alcool o droghe), per i diabetici da insulina (di tipo 1). Non devono seguirla neppure coloro che hanno disturbi psichici, stanno combattendo qualche infezione oppure soffrono di insufficienza epatica o renale. Un no secco anche a chi ha subìto un ictus o un infarto, soffre di problemi cardiaci, o patologie auto-immuni. Sconsigliata, infine, agli anziani.

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