Quando vi sentite giù di corda o stressate, per tirarvi su ordinate sempre un mega hamburger al Fast Food? Forse sarà il caso di optare per un’insalata o per un piatto di spinaci! Cibo e benessere psicologico sono strettamente collegati, questo ormai lo sappiamo bene. Probabilmente ciò che molti non sanno però è che non sono la pizza, il gelato e le patatine fritte a migliorare il nostro umore.

In realtà – come rivela un nuovo studio della Binghamton University – la salute mentale (specialmente quella delle donne) è strettamente collegata a una dieta sana!

In passato i membri dell’Università avevano già dimostrato che mangiare in modo sano migliora anche l’umore e il benessere psicologico delle persone. Tuttavia, per il loro nuovo studio hanno voluto esaminare i diversi effetti della dieta su uomini e donne, e ciò che hanno scoperto è stato sorprendente!

Abbiamo trovato una relazione generale tra mangiare sano, seguire pratiche dietetiche sane, svolgere esercizio fisico e il benessere mentale. È interessante notare che per modelli dietetici malsani, il livello di disagio mentale era più alto nelle donne che negli uomini. Il che conferma che le donne sono più suscettibili a un’alimentazione scorretta rispetto agli uomini.

Cibo e benessere psicologico: perché è meglio evitare il fast food

Gli autori spiegano che tra i peggiori nemici del benessere mentale delle donne vi sono proprio i fast food, seguiti dalla cattiva abitudine di saltare la colazione, quella di assumere troppa caffeina e di mangiare troppi cibi con alto indice glicemico.

I maggiori effetti sono stati osservati nelle donne mature, che potevano però migliorare la loro salute mentale mangiando soprattutto frutta e verdure a foglia verde scuro.

Simili risultati permetteranno di realizzare dei piani dietetici che, oltre a migliorare la salute fisica, potranno proteggere anche quella psicologica. Inoltre, la ricerca fornisce una nuova prospettiva per quanto riguarda la valutazione del ruolo della dieta per la salute mentale.

via | ScienceDaily
Foto di Mogens Petersen da Pixabay

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