La raffinatezza della sua pittura è fuori discussione, così come il ruolo nell’arte del Rinascimento e l’appeal di capolavori che sono ormai icone senza tempo, capaci di ispirare creativi di ogni epoca. Ma il metodo di lavoro e la vita di bottega di Sandro Botticelli sono ancora piuttosto misteriosi. A indagarli a fondo arriva ora la mostra Botticelli. Artista e designer, dal 10 settembre al Musée Jacquemart-André di Parigi con quaranta opere provenienti dalle più prestigiose collezioni d’Europa. Genio creativo o imprenditore dell’arte? Difficile a dirsi: nel corso della sua carriera, infatti, il maestro fiorentino creò i gioielli unici e inimitabili per i quali è passato alla storia, ma anche dipinti prodotti in serie, per i quali contava sull’apporto di numerosi assistenti. Intorno a questo doppio binario si snoda il progetto espositivo di Ana Debenedetti, storica dell’arte presso il Victoria and Albert Museum di Londra, e Pierre Curie, curatore capo  presso il museo parigino: un viaggio nell’atelier del maestro, un laboratorio brulicante di talenti e di idee, sullo sfondo della vivace Firenze dei Medici. Sandro Botticelli e Filippino Lippi, Madonna del Libro, 1480-1481, Tempera su legno, Milano, Museo Poldi Pezzoli,  © Museo Poldi Pezzoli – fotodarteIn arrivo splendide Veneri ed elegantissime Madonne, ritratti e pale d’altare, da ammirare a confronto con i lavori di altri importanti artisti contemporanei di Botticelli. Sette le sezioni del percorso, ciascuna corrispondente a un particolare aspetto dell’attività del pittore: il talento nel narrare storie, per esempio, o la fascinazione per l’Umanesimo e l’importanza del mito di Venere nell’immaginario botticelliano, ma anche il legame con i signori di Firenze, rappresentato direttamente in gemme come il Ritratto di Giuliano de’ Medici dell’Accademia Carrara di Bergamo e La bella Simonetta dello Städel Museum di Francoforte, nonché i soggetti sacri, declinati in diversi formati, e i lavori meno conosciuti degli ultimi anni, forse influenzati dall’avvento del Savonarola. Al cuore del progetto, il carattere poliedrico della bottega del maestro, dove la pittura si mescolava agli arazzi, all’intarsio e a numerose altre tecniche di decorazione. Sandro Botticelli, Ritratto di Giuliano de’Medici, 1478-1480 circa. Accademia Carrara, Bergamo I Sandro Botticelli, Public domain, via Wikimedia CommonsTanti i grandi musei che hanno contribuito alla realizzazione del progetto: dal Rijksmuseum di Amsterdam alla National Gallery di Londra, dall’Alte Pinakothek di Monaco ai Musei Vaticani, con un ruolo di primo piano svolto da collezioni italiane come la Galleria dell’Accademia e il Museo del Bargello di Firenze, la Galleria Sabauda di Torino, il Museo Poldi Pezzoli di Milano. Tra i capolavori da non perdere spiccano la bellissima Venere Pudica della Gemäldegalerie di Berlino, la preziosa Madonna del Libro del Poldi Pezzoli, la Madonna con Bambino e San Giovanni degli Uffizi. Sandro Botticelli, Pala del Trebbio (Madonna col Bambino e i santi Domenico, Cosma, Damiano, Francesco, Lorenzo e Giovanni Battista), ca. 1480-1500La Pala del Trebbio, esempio del ruolo centrale della bottega nel lavoro di Botticelli, arriverà dalla Galleria dell’Accademia nell’ambito di uno scambio che porterà a Firenze un prezioso busto di Michelangelo custodito al Jacquemart-André: lo vedremo a partire dal prossimo dicembre nell’ambito di una mostra tutta dedicata ai ritratti del Buonarroti. Sandro Botticelli, Venere (dettaglio), 1495-1497 circa (© MiC – Musei Reali, Galleria Sabauda)Leggi anche: • 510 anni fa moriva Botticelli, il pittore che amava gli scherzi e le lettere

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